Photo courtesy of Sari Räthel

Ve le ricordate quelle storie d’amore belle che nascono dal nulla e nel giro di poco tempo vi scoppiano nel cuore come una bomba di glitter andando a permeare l’intero vostro universo di luccichio? Di base è quello che successe ad Acamante, che dopo aver combattuto la guerra di Troia si era fermato per un periodo nella Tracia e fu proprio qui che conobbe Fillide.

Non c’è molto da dire su questa coppia che nasce in modo del tutto naturale e genuino, i due si piacciono fin dall’inizio e tra loro scoppia un amore potente, profondo, desiderato. Capiscono presto che non vogliono più vivere l’uno senza l’altro e senza pensarci due volte si sposano, non perché si sentissero obbligati, ma semplicemente era la cosa più naturale da fare. Certe coppie nascono per stare insieme e non ci sono “passi difficili” per loro perché tutto viene spontaneo, loro erano quel genere di coppia.

Ma è pur vero che ogni coppia ha dei problemi e forse il più grande di Fillide e Acamante era che quest’ultimo parlava costantemente della sua terra natia, di quanto gli mancasse, di quanto si divertiva lì, di quanto sarebbe voluto tornare almeno un’ultima volta lì per festeggiare la vittoria su Troia come avevano fatto i suoi compagni. Fillide qui pecca forse immaturità, di inesperienza, continua a rivangare e a parlare di un passato che lo ha fatto stare bene credendo di ritrovarlo nello stesso modo nel presente, si paragona ai suoi coetanei e pensa che “si sta perdendo la festa” invece di guardare al suo presente, al suo percorso e a ciò che ha. E Fillide lo sa. Fillide lo sa talmente bene che non ce la fa più. Dopo anni passati a ripetere costantemente le stesse frasi e cose decide di prendere in disparte Acamante e dirgli:”FACCIAMO COSì: io ti lascio tornare nella tua città. Vai, fatte sto rientro, fai baldoria con i tuoi amici, cazzeggia, fai tutte le cazzate che volevi fa coi compagnucci tuoi MA io ti dò massimo 2 anni per farlo. Tra due anni tu torni e noi viviamo il nostro idillio d’amore in santa pace e tranquillità e non voglio più sentir parlare di festaggiamenti, goliardate tra amici, rimpianti di passati e futuri mai avuti, ok?”.

Photo courtesy of Massimo Di Iorio

Inutile dirvi che il cuore di Acamante esplode di gioia, esplode perché pensa di essere l’uomo più fortunato del mondo ad avere a fianco una donna eccezionale come Fillide, ma esplode di gioia anche perché lei gli sta permettendo di vivere il suo più grande desiderio e infatti, pieno di riconoscenza, accetta subito la proposta dell’amata e inizia a preparare le valigie e organizzare il suo viaggio.
Arriviamo quindi presto al giorno della partenza e Fillide prima di salutare Acamante gli consegna una scatola e gli dice:”questa conservala gelosamente MA aprila solo e soltanto se decidi durante il tuo viaggio che non vorrai ritornare mai più da me”. Acamante prende la scatola e saluta appassionatamente Fillide per poi partire.

Da qui in poi inizia un vissuto molto diverso per i due amanti. Acamante vive un momento di frenesia ineguale, viaggia in giro di città in città fino ad arrivare a Cipro per anni. Anni fatti di festini, risate con gli amici, bravate, nuove conoscenze, esperienze sopra le righe. È talmente tanto in visibilio che si dimentica anche di quanto tempo sia passato. D’altro canto Fillide passa anni d’inferno: in totale solitudine, tristezza, nostalgia per il suo amore lontano, sofferenza nell’immaginare ciò che stia facendo. Si reca ogni giorno sulle rive del mare nella speranza di vedere la sua barca tornare, ma niente, nessuno torna. Ecco quindi che la deadline dei due anni passa e Fillide non vendendo tornare Acamante è dilaniata dal dolore, ha il cuore a pezzi, pensa che l’amare più grande che abbia mai avuto non solo non la voglia più ma che sia perduto per sempre e presa da totale sconforto decide di togliersi la vita. Atena però, che aveva visto dall’alto tutta la sofferenza e l’amore di Fillide per l’amato decise di trasformarla in un mandorlo per darle una seconda vita e non permetterle di morire del tutto.

Acamante tuttavia un giorno totalmente sovrappensiero fa il conto del tempo passato dalla sua partenza e si rende conto di aver oltrepassato la deadline fissata quindi si precipita a casa ma purtroppo è troppo tardi, Fillide è ormai un mandorlo e Acamante arrivato di fronte a esso, straziato per aver causato ciò all’amata abbraccia il mandorlo piangendo disperato. Nel momento in cui il Acamante abbraccia il mandorlo, quest’ultimo fiorisce istantaneamente mostrando la felicità che tanto aveva aspettato in vita Fillide. Per questo infatti i mandorli non seguono la fioritura stagionale che solitamente seguono le altre piante da frutto e fioriscono prima della primavera: per ricordare il giorno in cui avvenne quell’abbraccio, il momento più grande di felicità di Fillide.

Acamante, dopo quell’abbraccio deciderà di aprire la scatola che gli aveva donato Fillide e spaventato dal suo contenuto provò a scappare, ma inciampò e si uccise per sua stessa mano ferendosi con la sua spada.

Photo courtesy of Vogue Beauty
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